Marco Bagatin

 ,,l’arte  

 BIOGRAFIA 

IL mio lavoro nell’arte nasce da 40 anni di artigianato nel campo della decorazione edile, nel corso degli anni è nata in me  una spiccata passione per l’uso della materia, il grassello  di calce e marmo a spatola 

 

La mia arte prende forma dal pensiero, che diviene immagine in bianco e nero. Mentre il mio stato d’animo si fa colore e comunicazione, che avvolge l’immagine-concetto, portando sollievo per un osservatore immerso nell’opera.

Nel 1981 all’età di 15 anni, inizio il mio  percorso lavorativo come “ragazzo di bottega” in un’ impresa artigiana di pitture e decorazioni, e dal quel periodo inizia la mia curiosità nel mondo dell’arte. 

Nel gennaio 1989 divento artigiano professionista.

Negli anni frequento corsi per migliorare le tecniche di applicazione dei vari materiali.

Istituto professionale Decoratori di Bologna, Accademia Fel e Accademia Liso di Milano sono le principali.  Tra i vari lavori eseguiti i restauri di palazzi storici e chiese

Nel 2018 vengo nominato Maestro artigiano presso l’Accademia Maestri artigiani di Ferrara.

Nel corso degli anni scopro una vera e propria passione per l’uso dell’impasto di calce e polvere di marmo che mi spinge nel 2020 ad esprimere  pubblicamente la mia arte.

Sto partecipando a vari concorsi nazionali ed internazionali

 CURRICULUM :

Dicembre 2024 Selezionato per esposizione presso la galleria d’arte Space Gallery (Modena) Italia

Novembre-dicembre 2024 Selezionato alla IX esposizione arti visive 2024 Fiano Romano (Roma) ITALIA

Agosto 2024 Finalista al concorso d’arte “Un segreto da nascondere” organizzato da associazione culturale Althedame Este (Padova)  Italia

Luglio 2024 esposizione presso scuola grande S.Teodoro Venezia (ITALIA)

Giugno 2024 Selezionato per l’esposizione presso la Galleria d’Arte xxs Palermo (ITALIA) 

Novembre 2023 esposizione presso ” La stanza di Lucrezia” Galleria d’arte Ferrara (ITALIA)

Novembre 2023 inizio collaborazione con la Galleria d’Arte One art gallery Firenze (ITALIA)

Agosto 2023 Selezionato alla biennale internazionale d’arte della riviera romana Ladispoli (Roma)

Giugno-Luglio 2023 rassegna artistica nazionale esposizione presso Palazzo della Loggia Noale (Venezia) Italia

Aprile-Maggio 2023 esposizione presso Arte fiera Messapia palazzo Turrisi Lecce (Italia)

Febbraio-Aprile 2023 esposizione presso Fondazione Mazzoleni Alzano Lombardo (Bergamo)

Novembre 2022 Inserimento presso Archivio Monografico Arte Italiana (arteitaliana.org)

Ottobre-Novembre 2022 esposizione presso Museo Benetton Palazzo Bomben  Fondazione Benetton (Treviso)

Settembre-Ottobre 2022 esposizione presso Charming Santa Fosca (Venezia)

Luglio 2022 Selezionato per l’ esposizione presso Palazzo Fani a Tuscania (Viterbo)

Giugno 2022 esposizione presso Biennale d’arte di Cremona (Italia)

Febbraio 2022 esposizione presso Gabetti arte (Cremona) Italia

Novembre 2021 esposizione presso Villa Giusti Suman del giardino  Zugliano  (Vicenza) Italia

Novembre 2021 premio internazionale Michelangelo Buonarroti (Diploma d’onore con menzione d’encomio) LUCCA (Italia)

Novembre2021 esposizione presso Arte Padova

Ottobre 2021 esposizione presso Venice Art Gallery (Venezia) Italia

Settembre2021 esposizione presso palazzo Toaldi Capra Schio(Vicenza)Italia

Luglio 2021 esposizione presso complesso Palladiano di villa Caldogno-bunker(Vicenza)Italia

 luglio 2021 esposizione presso galleria d’arte DEM Mestre (Venezia)

 giugno 2021 esposizione presso galleria Art Time di Udine 

 Maggio 2021 esposizione presso villa cavarzerani Gaiarine (Treviso)

Premio speciale Mellow Art Award su oltre 13000 candidature da tutto il mondo

Ottobre 2020 esposizione di un mio quadro in forma digitale EMIRATES ART CONNECTION  a DUBAI 

 Accesso alle fasi finali premio internazionale  Raffaello Sanzio Roma settembre 2020

  Settembre 2020 video esposizione presso Palazzo Ximènes- Panciatichi premio internazionale Leonardo da Vinci a Firenze

Ottobre 2020 inserimento di alcune mie opere, e ritiro premio per meriti artistici presso archivio storico del centro accademico Maison d’art Padova   

 Ottobre 2020 pubblicazione su  “ART now ” periodico d’arte:                                           

 

 

Volevo spiegare il materiale che uso e la sua storia: 

 

Con il termine “stucco” si intendeva ancora l’impasto “classico”, a base prevalentemente di calce e polvere di marmo o travertino, utilizzato sia per realizzare «incrostazioni» a similitudine del marmo sia per modellare le varie componenti architettoniche (cornici, paraste, capitelli, mensole, cassettoni per soffitti ed altro).

Sarà fra il Seicento ed il Settecento, nel periodo barocco e rococò, che si affermerà, in Europa e in Italia, l’uso dello stucco a base prevalentemente di gesso come materiale fondamentale per la realizzazione di complesse decorazioni plastiche. E’ proprio in quel periodo che la tecnica dello stucco sembra trovare, per mano di vere e proprie dinastie di artisti‑stuccatori, le variazioni tecniche più interessanti. Questi insuperati Mastri, attivi soprattutto nell’Italia del nord, tramandarono tra loro alcuni “segreti” e numerosi accorgimenti tecnici, di cui rimane solo qualche debole riferimento nei manuali dell’epoca. Le origini dello stucco risalgono a più di cinquemila anni fa. … Ritroviamo testimonianze di stucco antico anche nella popolazione dei Cretesi (3000 a.C). Si tratta di uno stucco composto da carbonati di calcio e di magnesio impastati con calce spenta con il quale si realizzavano rilievi dipinti poi con vivaci colori.                                                                                                   

I CRITICI D’ARTE DICONO DI ME

 

La condizione umana rappresentata dall’artista Marco Bagatin abbraccia diverse generazioni, la figura solitaria è circondata da un colore scuro o vivace e da forme astratte, il colore diventa espressione informale diventando luogo di pace e desolazione. La silhouette della figura è ben rappresentata nella sua essenzialità, il contorno è ben definito e arricchito da diverse ombre e luminosità, l’opera è priva di decorazioni, la figura sembra essere in viaggio alla ricerca di risposte o alla ricerca della libertà. L’opera è ben equilibrata nell’impianto compositivo, è intrisa di un’umanità che ricerca la condizione dell’esistenza.
La superficie pittorica ha un valore estetico che rimanda ai tempi del passato, numerose sono le ispirazioni artistiche, culturali, musicali, sociali che portano l’artista a realizzare queste opere elaborate con maestria anche nella ricerca tra pieni e vuoti instaurata attraverso un rapporto che confina con l’ambiente tecnico. Le figure erranti sono lo spettro della nostra anima che ci portano ad esplorare i pensieri più profondi, il colore scelto sembra determinare un legame tra le arti visive e musicali del passato fino ai tempi attuali.
Il rapporto tra immagine e sfondo è fortissimo, è alla base del processo creativo di Marco Bagatin che si sviluppa, secondo il concetto di rievocazione dell’arcano, verso una scelta creativa che contraddistingue tutta l’opera dell’artista. La ricerca delle immagini è indice di riflessione, di una filosofia di vita, la pittura è il mezzo con cui l’artista mette ordine nel caos di un mondo in continua evoluzione e sempre più tecnologico. Un’esistenza che tiene conto della natura e di una profonda ricerca interiore.
La ripetitività del soggetto nelle opere di Bagatin sembra voler essere un messaggio per rendere tutti uguali davanti alla visione del mondo, la figura assume una forte carica simbolica ed è su questo concetto che dobbiamo soffermarci. All’artista non interessa l’immagine visiva, principalmente la ricerca interiore è il suo tema d’ispirazione, ricerca che lo porta a ripetere lo stesso soggetto seppure circondato da un colore sempre nuovo e diverso. Ogni opera ha una propria autonomia, anche se osservando tutte le opere insieme, lo spettatore riesce a trovare una sorta di evoluzione interiore che passa da una tela all’altra, dove il denominatore comune è l’espressività inconscia.
La materia pittorica è uno strumento elegante nella sua composizione, il tema diventa argomento discusso, soggettivo e malinconico. ARCHIVIO MONOGRAFICO ARTE ITALIANA            

E’ nel senso dell’arte astratta che si  palesa la vera qualità artistica nelle immagini di onirica creatività e nell’incantata apparenza della figura umana, dove la visione è sollecitata da un cromatismo indefinito ed aereo nelle trame informali per aprirsi all’immaginario dell’inconscio collettivo con un singolare simbolismo espressivo, mentre liriche lontananze e magiche riflessioni segrete svelano un’imprevista ed idealistica spazialità per un nuovo filone d’arte                                                                                            Dr. Carla d’Acquino Mineo  critica d’arte                                                                                                                                                                                                                                       

Quello di Marco Bagatin è un dipinto che presenta le mappe di un personaggio interiore, un atlante sezionato, riarso di mappe di terre aspre e deserte, con strane luminescenze improvvise e diffuse, nebbie quasi crepuscolari illuminate dall’interno da luci segrete, con l’esplosione di crepe prodotte da un calore non meno interiore, non meno sotterraneo in un continuo ritorno tra la superficie del visibile, l’apparenza e un sottosuolo che si intuisce, che preme, che forza, pronto a esplodere, a eruttare, i cui cunicoli, i cui tunnel, le cui strade nascoste si possono solo intuire o meglio di prevedere. Le strade vere, i fiumi come arterie e vene, le correnti sono sotto questa crosta che è anche, però, pelle martoriata, bruciata, ulcerata, scorza butterata, graffiata, avvizzita, quasi corteccia spogliata. Dott. Antonio Castellana, critico d’arte                                                                       

Marco Bagatin, immagine dell’opera esposta e testo nel catalogo della Mostra Collettiva Internazionale
“La follia della ragione”,
che si terrà dal 16 al 30 ottobre presso la GALLERIA D’ARTE VENEZIA, Calle del Tragheto 2799, Dorsoduro, Venezia (tra Campo San Barnaba e lo sbarco dei traghetti a Ca’ Rezzonico).
Steve Magnani progetto grafico e realizzazione
Gli elementi principali dell’arte pittorica di Marco Bagatin appaiono essere la materia e il silenzio, quello spazio che ha origine da un apporto di sostanza e che definisce un ambiente apparentemente limitato alla dimensione del dipinto, ma i cui confini, idealmente e mentalmente, si estendono illimitatamente oltre quello dipinto. superficie. Ciò fa sì che questi dipinti assumano un aspetto apparentemente scabro e desolato, come un deserto, che non possiamo definire reale o fantastico, fantasioso, uno spazio dell’inconscio da cui emerge un ricordo, un monito, un presentimento.
I presupposti di quest’arte sono informali, ma il concetto diventa surreale e metafisico nell’atto in cui le paste terrose si stendono e stratificano sulla superficie dell’opera, densa eppur liscia, compatta e con l’impressione di leggerezza, producendo dubbi, rendendo emergono interrogativi irrisolti, con intuizioni figurative di magrittiana memoria. Quasi a suggerire un monito, un sommesso incitamento, che è quello di non fermarsi e osservare passivamente la superficie delle cose, ma di andare fino in fondo, porsi alcune domande, che sono poi il presupposto stesso per l’indefinita conoscenza possibile di sé e del mondo.
Concreti eppur delicati, questi dipinti sono arricchiti e resi accattivanti dall’abilità di decoratore di Marco Bagatin, che riesce a infondere all’intonaco grezzo l’aspetto e il aspetto del marmo e della pietra, che sposta la fantasia verso scenari verosimili. desertiche o astronomiche, vene di orografie e crinali montuosi, increspature marine che comunque rivelano movimento, vita, metamorfismo. Poiché ogni cosa esistente, sia essa organica o inorganica, ha una sua genesi, una sua evoluzione e una sua fine, e anche la figura umana che inevitabilmente campeggia al centro delle composizioni ci avverte che la nostra specie, che solitamente consideriamo permanente e imperitura in anche il nostro esistere nel momento presente è un’aggregazione di atomi, e quindi cambia nel suo stato.
L’impressione è quella di un muto avvertimento, di cui però l’autore non rivela né l’origine né la fine: è il suo linguaggio, ciò che ha per lui intimo significato e da cui il suo stile e il suo segno, ed è assolutamente giusto che rimanga un’evocazione, quindi, alla quale siamo chiamati a rispondere non con le nostre facoltà razionali, ma con la nostra sensibilità più profonda. C’è quindi un’eco romanica coesistente con le altre suggestioni in queste opere, dotate della capacità quasi esoterica di coniugare mondi: quello umano con quello ultraterreno, forse ultraterreno, richiamando dimensioni oltre la ragione, con le quali però c’è un inevitabile legame sottile, connessione che tutto innerva, analogamente alle ramificazioni che percorrono il ductus del dipinto.
I colori sono neutri, la tavolozza è pacata, dai toni sommessi, come a sollecitare la nostra attenzione a trovare riparo dal “rumore” della quotidianità e a fermarsi e cercare riposo laddove la radice di ogni esperienza trova la sua ineffabile soluzione.
Le due opere in mostra, “Destiny 11” e “Silence 05” riassumono il modo e la poetica dell’artista, ponendo in primo piano queste sagome evanescenti, che emergono da abissi fisici o immateriali, intimando il silenzio. Perché a volte, o comunque riguardo alle esperienze più decisive della nostra vita e oltre, il silenzio è doveroso, auspicabile, inevitabile, per evitare ogni orpello innaturale e inutile.
Prof. Giorgio Grasso critico d’arte

                                                                                                                                                                                                                                                         

 

 

 

 

,,the art

BIOGRAPH

My work in art was born from 40 years of craftsmanship in the field of building decoration, over the years a strong passion was born in me for the use of the material, spatula putty and marble

 

 My art takes shape from thought, which becomes a black and white image. While my state of mind becomes color and communication, which envelops the image-concept, bringing relief to an observer immersed in the work.

 

 

In 1981 at the age of 15, I began my career as a “shop boy” in an artisan company My work in art comes from 40 years of craftsmanship in the field of building decoration, having a strong passion for the use of lime and marble putty mixture. Now I use art as a means of communication  to express my thoughts, generated by my unconscious and by the world around me. of paintings and decorations, and from that period my curiosity in the world of art began.

In January 1989 I became a professional craftsman.

Over the years I have attended courses to improve the application techniques of various materials.

Professional Institute of Decorators of Bologna, Accademia Fel and Accademia Liso in Milan are the main ones.  Among the various works, the restoration of historic buildings and churches

In 2018 I was appointed Master Craftsman at the Academy of Master Craftsmen of Ferrara.

Over the years I have discovered a real passion for the use of the mixture of lime and marble powder that pushes me in 2020 to publicly express my art.

I am participating in various national and international competitions

 

CURRICULUM:

 December 2024 Selected for exhibition at the Space Gallery art gallery (Modena) Italy

November-December 2024 Selected at the IX Visual Arts Exhibition 2024 Fiano Romano (Rome) ITALY

August 2024 Finalist in the art competition “A secret to hide” organized by the cultural association Althedame Este (Padova) Italy

 

 July 2024 exhibition at Scuola Grande S.Teodoro Venice (ITALY)

June 2024 Selected for exhibition at the xxs Art Gallery Palermo (ITALY)

November 2023 exhibition at “La stanza di Lucrezia” Ferrara art gallery (ITALY)

November 2023 start of collaboration with the One art gallery Florence (ITALY)

August 2023 Selected at the international art biennial of the Roman Riviera Ladispoli (Rome)

 

June-July 2023 national artistic review exhibition at Palazzo della Loggia Noale (Venice) Italy

April-May 2023 exhibition at Arte Fiera Messapia Palazzo Turrisi Lecce (Italy)

  February-April 2023 exhibition at the Mazzoleni foundation Alzano Lombardo  (Bergamo)

 November 2022 Inclusion in the Monographic Archive of Italian Art (arteitaliana.org)

October-November 2022 exhibition at the Benetton Museum Palazzo Bomben Benetton Foundation (Treviso) ITALY

 

 September-October 2022 exhibition at Charming Santa Fosca (Venice) ITALY

July 2022 Selected for Exhibition at Palazzo Fani in Tuscania (Viterbo) ITALY

 

June 2022 exhibition at the Cremona Art Biennale (Italy)

February 2022 exhibition at Gabetti arte (Cremona) Italy

November 2021 exhibition at Villa Giusti Suman in the Zugliano garden (Vicenza) Italy

November 2021 Michelangelo Buonarroti international prize (Diploma of honor with mention of commendation) LUCCA (Italy)

November 2021 exhibition at Arte Padova ITALY

October 2021 exhibition at Venice Art Gallery (Venice) Italy

                                                                   September 2021 exhibition at Palazzo Toaldi Capra Schio (Vicenza) Italy

 

                  July 2021 exhibition at the Palladian complex of villa Caldogno-bunker (Vicenza) Italy                                                                  

  July 2021 exhibition at DEM Mestre art gallery (Venice) ITALY

 2021 exhibition at the Art Time gallery in Udine (Italy)

 May 2021 exhibition at villa cavarzerani Gaiarine (Treviso)Italy

October 2020 exhibition of one of my paintings in digital form EMIRATES ART CONNECTION in DUBAI

Access to the Raffaello Sanzio prize finals Rome September 2020

 September 2020 video exhibition at Palazzo Ximènes- Panciatichi in Florence ITALY

October 2020 inclusion of some of my works, and collection of the award for artistic merit in the historical archive of the academic center Maison d’art Padova ITALY

1st place Pablo Picasso prize at Maison d’art Padova October 2020

 

 

 

I wanted to explain the material I use and history                       

The term “stucco” still meant the “classic” mixture, mainly based on lime and marble or travertine powder, used both to create “incrustations” similar to marble and to model the various architectural components (cornices, pilasters , capitals, shelves, chests of drawers for ceilings and more).

It will be between the seventeenth and eighteenth centuries, in the Baroque and Rococo period, that the use of stucco based mainly on gypsum as a fundamental material for the creation of complex plastic decorations will be established in Europe and Italy. It is precisely in that period that the stucco technique seems to find the most interesting technical variations at the hands of real dynasties of artists-stucco workers. These unsurpassed Masters, mainly active in northern Italy, handed down among them some “secrets” and numerous technical devices, of which only a few weak references remain in the manuals of the time.The origins of the stucco date back to more than five thousand years ago. … We find evidence of ancient stucco also in the Cretan population (3000 BC). It is a stucco composed of calcium and magnesium carbonates mixed with slaked lime with which reliefs were then painted with bright colors.

 

 

 ART CRITICS SAY ABOUT ME  

 

The human condition represented by the artist Marco Bagatin encompasses different generations, the solitary figure is surrounded by a dark or lively color and by abstract shapes, the color becomes an informal expression becoming a place of peace and desolation. The silhouette of the figure is well represented in its essentiality, the contour is well defined and enriched by different shadows and brightness, the work has no decoration, the figure seems to be on a journey in search of answers or in search of freedom. The work is well balanced in the compositional structure, it is imbued with a humanity that seeks the condition of existence.
The pictorial surface has an aesthetic value that refers to the times of the past, there are numerous artistic, cultural, musical, social inspirations that lead the artist to create these works elaborated with mastery also in the research between solids and voids established through a relationship that borders the technical environment. The wandering figures are the spectrum of our soul that lead us to explore the deepest thoughts, the chosen color seems to determine a link between visual and musical arts of the past up to the present times.
The relationship between image and background is very strong, it is the basis of Marco Bagatin’s creative process which develops, according to the concept of recalling the arcane, towards a creative choice distinguished in all the artist’s work. The search for images is an indication of reflection, of a philosophy of living, painting is the means by which the artist puts the chaos of an ever-changing and increasingly technological world in order. An existence that takes into account nature and a deep inner search.
The repetitiveness of the subject in Bagatin’s works seems to want to be a message to make everyone equal in front of the vision of the world, the figure takes on a strong symbolic charge and it is on this concept that we must dwell. The artist is not interested in the visual image, mainly the inner research is his theme of inspiration, a research that leads him to repeat the same subject albeit surrounded by an ever new and different colour. Each work has its own autonomy, even if by observing all the works together, the viewer manages to find a sort of inner evolution that passes from one canvas to another, where the common denominator is unconscious expressiveness.
The pictorial material is an elegant tool in its composition, the theme becomes a discussed, subjective and melancholic argument.

Monographic Archive of Italian Art 

 

On a wooden table I wanted to create a fake marble, and the image of a man who tries to get out of the matter and says to be silent, especially in this historical period where the planet should speak less and do more. The material used is lime with a spatula, while the image was made in ink by transfer, setting it between the processes. Everything was polished with a hot iron and a protective coat as the final coat. To the touch it seems to touch a marble without any overlap. At first glance, observing the work is not a clear image, however, by carefully lingering and concentrating, you understand the image that I want to represent, creating an explosive emotion in me, with the aim that it is also for those who observe it. As long as I am inspired, the image will always be the same, while the colors will change every time, to make my paintings unique and unrepeatable.

 

“It is in the scenographic sense of abstract art that the true artistic quality is revealed in the images of dreamlike creativity and in the enchanted appearance of the human figure, where the vision is stimulated by an indefinite and aerial chromatism in the informal plots to open up to the imaginary of the collective unconscious with a singular expressive symbolism, while lyrical distances and magical secret reflections reveal an unexpected and idealistic spatiality for a new line of art. “

Dr. Carla d’Acquino Mineo, art critic.  

 

 

 That of Marco Bagatin is a painting that presents the maps of an interior character, a dissected atlas, parched with maps of rough, deserted lands, with strange sudden and diffuse luminescences, almost crepuscular mists illuminated from within by secret lights, with the explosion of cracks produced by a heat no less interior, no less underground in a continuous return between the surface of the visible, the appearance and a subsoil that can be sensed, which presses, what strength, ready to explode, to erupt, whose tunnels, whose tunnels, whose hidden streets one can only guess or better than predict. The real streets, the rivers like arteries and veins, the currents are underneath this crust which is also, however, battered, burned, ulcerated skin, pockmarked, scratched, withered rind almost stripped bark.                                                                                                             Dr Antonio Castellana, art critic

Marco Bagatin, image of the work on display and text in the catalog of the International Collective Exhibition
“The Madness of Reason”,
held from 16 to 30 October at the VENICE ART GALLERY, Calle del Tragheto 2799, Dorsoduro, Venice (between Campo San Barnaba and the ferry landing in Ca ‘Rezzonico).
Steve Magnani graphic design and realization
The main elements of Marco Bagatin’s pictorial art appear to be matter and silence, that space that originates from a contribution of substance and that defines an environment apparently limited to the size of the painting, but whose borders, ideally and mentally extend unlimited beyond the painted surface. This makes these paintings take on an apparently rough and desolate aspect, like desert, which we cannot define as real or fantastic, imaginative, a space of the unconscious from which a memory, a warning, a presentiment emerges.
The assumptions of this art are informal, but the concept becomes surreal and metaphysical in the act in which the earthy pastes are spread and stratified on the surface of the work, dense yet smooth, compact and with the impression of lightness, producing doubts, making unresolved questions emerge, with figurative intuitions of Magrittian memory. As if to suggest a warning, a subdued incitement, which is not to stop and passively observe the surface of things, but to go to the bottom, ask oneself some questions, which is then the very prerequisite for the indefinite possible knowledge of oneself and of the world.
Concrete yet delicate, these paintings are enriched and made captivating by Marco Bagatin’s skill as a decorator, who manages to infuse the rough plaster with the appearance and appearance of marble and stone, which moves the imagination to plausible scenarios. desert or astronomical, veins of orographies and mountain ridges, marine ripples that in any case reveal movement, life, metamorphism. Since every existing thing, be it organic or inorganic, has its own genesis, its evolution and its end, and also the human figure that inevitably stands at the center of the compositions warns us that our species, which we usually consider permanent and imperishable in our existing in the present moment is also an aggregation of atoms, and therefore changing in its state.
The impression is that of a mute warning, of which however the author reveals neither the origin nor the end: it is his language, what has intimate significance for him and from which his style and its sign, and it is absolutely fair that it remain so, an evocation to which we are urged to respond not with our rational faculties, but with our deepest sensitivity. There is therefore a Romanesque echo coexistent with the other suggestions in these works, endowed with the almost esoteric ability to combine worlds: the human one with the otherworldly one, perhaps otherworldly, recalling dimensions beyond reason, with which, however, there is an unavoidable link subtle, a connection that innervates everything, similarly to the ramifications that run through the ductus of the painting.
The colors are neutral, the palette is calm, with subdued tones, as if to encourage our attention to find shelter from the “noise” of everyday life and to stop and seek rest where the root of every experience obtains its ineffable solution.
The two works on display, “Destiny 11” and “Silence 05” summarize the way and the poetics of the artist, placing these evanescent silhouettes, emerging from physical or immaterial abysses, in the foreground, intimating silence. Because sometimes, or in any case with regard to the most decisive experiences of our life or beyond that, silence is due, desirable, unavoidable, to avoid any unnatural and unnecessary tinsel.
Prof. Giorgio Grasso art critic